Base NATO segreta nome in codice PROTO arriva l’interrogazione del M5S

Roma 28 Novembre 2015, è stata depositata presso il Senato della Repubblica dal gruppo MoVimento 5 Stelle, un’interrogazione sottoscritta da venti senatori, che interessa la ex base NATO di Mondragone (Caserta), indirizzata ai Ministri della difesa, dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e dell’economia e delle finanze.

La base NATO, nome in codice PROTO, fu realizzata tra gli anni 1955-1958, costruita nel monte Petrino fu abbandonata nel 1996 e consegnata alla Marina militare italiana, la quale sembrerebbe aver avviato le procedure per la riconsegna all’Agenzia del demanio.

Come confermano diversi reportage giornalistici, la base ad oggi risulta in uno stato di abbandono e degrado totale. Il sito è oggi una discarica abusiva di rifiuti, soprattutto nella parte esterna del sito e addirittura anche il cancello di accesso è stato asportato.

La Commissione europea interrogata sulla questione il 17 aprile 2015 ha dichiarato di non essere stata messa al corrente della situazione e, con riferimento ad eventuali fondi comunitari per procedere alla bonifica dei siti contaminati, ha precisato che «il programma della Campania per il periodo 2007-2013, cofinanziato dal FESR, prevedeva la possibilità di finanziare la bonifica di siti contaminati alle condizioni e in linea con le priorità del “Piano regionale di bonifica”, e sempre la Commissione ha manifestato inoltre l’intenzione di domandare alle autorità italiane quali misure abbiano pianificato o preso per garantire che i rifiuti abbandonati nel sito siano gestiti in modo da non mettere a repentaglio l’ambiente e la salute umana (domande fra l’altro che, da quanto ci risulta, non sono state ancora fatte).

Il M5S chiede ai Ministri di sapere :

se sia stata formalmente avviata la procedura di trasferimento di competenze dalla Marina militare italiana all’Agenzia del demanio, e quali siano i tempi previsti per il completamento del trasferimento;

nel caso in cui il trasferimento fosse già avvenuto in capo all’Agenzia del demanio, come si intenda procedere per garantire la bonifica del sito;

se non ritengano utile prevedere un piano di risanamento straordinario, gestito a livello nazionale dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare;

quali iniziative in concreto siano state adottate o intendano adottare, per procedere alla bonifica, al risanamento o alla messa in sicurezza del sito inquinato;
in che modo intendano procedere allo smaltimento dei rifiuti abbandonati nel sito a tutela dell’ambiente e della salute umana;

se, considerata la pericolosità del sito e l’inefficacia della vigilanza, ritengano opportuno adottare misure idonee per impedire l’accesso al sito;

se intendano, nell’ambito delle proprie competenze, rendere visionabili le mappe della base in loro possesso, considerato che ad oggi la stessa risulta ancora segreta e non è possibile reperire alcuna informazione puntuale circa le sue reali dimensioni;

se siano stati invitati a fornire ulteriori informazioni alla Commissione europea, come dichiarato dalla stessa Commissione nella risposta del 17 aprile 2015 e quali informazioni siano state date;
se abbiano notizia di rilievi e indagini effettuati dalla ASL competente e dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania circa lo stato dei luoghi nonché dei corrispondenti rischi di inquinamento ambientale relativi all’aria, ai terreni e alle falde acquifere, e quali siano stati i riscontri;

se sia disponibile copia della documentazione relativa alla bonifica e in particolare copia della certificazione di avvenuta bonifica, rilasciata in data 18 luglio 1996;
se abbiano intenzione, nei limiti delle proprie attribuzioni, di riqualificare l’ex base, come accaduto già per altre basi Nato, destinandola ad attività socio-culturali di interesse collettivo.

Qui è disponibile il testo dell’interrogazione

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