Finalmente i delitti ambientali nel codice penale, dopo 21 anni è fatta!

Questo il mio intervento in aula ieri 19 Maggio 2015, giornata storica in cui è stato finalmente approvato il DDL sui Delitti Ambientali, qui trovate il testo definitivo.

Legislatura 17ª – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 452 del 19/05/2015
MORONESE (M5S). Signor Presidente, probabilmente questo disegno di legge sugli ecoreati non sarà perfetto, ma è arrivato il momento di iniziare a scrivere una pagina contro i reati ambientali.
Per noi oggi è un giorno importante, un giorno che viene rimandato da oltre vent’anni. Io e i miei colleghi ci troviamo qui perché mossi dallo sdegno e dalla rabbia che abbiamo provato in tanti anni di disastri ambientali sui nostri territori. Sulle spalle abbiamo centinaia di manifestazioni, migliaia di incontri, presenze nelle aule di tribunale in attesa di un verdetto che non arrivava mai contro chi assassinava e violentava la nostra terra, sempre salvati da una legge che non c’era o da una prescrizione. Abbiamo studiato, ci siamo confrontati nelle piazze, in ogni luogo. Abbiamo preso consapevolezza che quello che accadeva era causato dalla commistione e dall’intreccio degli affari della politica con quelli dei criminali.
Tutta la nostra attività di cittadinanza attiva e poi politica parte dalla tutela dell’ambiente e, per chi come me proviene dalla terra dei fuochi, questo non può che essere un giorno di festa, perché per la prima volta, con l’entrata in vigore del provvedimento in esame, finalmente si offrono degli strumenti di difesa ai nostri territori e ai cittadini. Purtroppo non c’è modo di rimediare ai disastri già avvenuti, ma sicuramente potremo fermare quelli che potrebbero accadere in futuro.
In questo percorso di lotte ambientali che dura da decenni assieme ai cittadini, ai comitati e alle associazioni, a combattere gli ecocriminali non c’è stata la politica, ma c’è stato solo chi ci credeva veramente. Mi riferisco innanzitutto al Corpo forestale dello Stato, che il Governo è intenzionato a sciogliere, ma che invece giornalmente svolge attività investigativa in materia di reati ambientali. E poi ci sono tutti quei magistrati che, negli anni, hanno cercato di difendere l’ambiente, a volte anche tentando la strada del disastro innominato e, dunque, dell’interpretazione della fattispecie penale ex articolo 434 del codice penale.
Come dicevo poco prima, il disegno di legge in esame non sarà perfetto, ma non possiamo ulteriormente rimandare questo momento. Siamo in ritardo e questo ritardo non equivale semplicemente ad una questione temporale, ma ha a che fare solo ed esclusivamente con un’unica parola: vergogna. Vergogna per non averlo fatto prima. Vergogna perché i verbali dei pentiti di camorra sono stati segretati, nascondendo ai cittadini fatti gravissimi da cui è scaturita la terra dei fuochi, che si poteva fermare e, invece, si è lasciato che la devastazione ambientale continuasse nonostante in queste aule tutti sapevano. (Applausi dal Gruppo M5S). Vergogna per i fatti dell’ILVA e per i processi sull’Eternit.
In merito alle perplessità espresse da alcune associazioni, capisco che il disegno di legge sarebbe potuto essere migliore, considerato – ad esempio – che il Governo, alla Camera dei deputati, nella sua ultima lettura, lo ha privato del comma relativo alla configurazione del reato per chi utilizza la tecnica dell’air gun. Siamo però giunti al bivio: da un lato, la possibilità oggi del tutto eventuale ed incerta di migliorare il testo e, dall’altro, la certezza di introdurre nel nostro ordinamento i reati ambientali, dopo più di vent’anni di attesa.
Come Movimento 5 Stelle abbiamo scelto la seconda strada, per evitare che il provvedimento venisse nuovamente insabbiato. Abbiamo scelto di dare una risposta alle madri di Acerra, che hanno perso i loro figli, a tutte le vittime delle terre dei fuochi – non è solo in Campania, perché ogni Regione ormai ha la sua terra dei fuochi – e dell’ILVA; alle vittime di tutti i disastri ambientali che si sono finora avuti nel nostro Paese. Non possiamo di certo restituire gli affetti perduti, ma possiamo pretendere che certe tragedie non si compiano più. Possiamo pretendere che chi inquina paghi e, ancor di più, dobbiamo pretendere che paghi ancora se omette di bonificare. Gli autori di disastri ambientali sino ad oggi venivano puniti solo con una sanzione amministrativa: questa legge introduce nel codice penale un titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, con ben cinque nuovi delitti. Questa sicuramente è una novità indiscussa e a ciò si aggiungono altri punti di forza, come – ad esempio – l’innovativo reato di omessa bonifica, atteso anche dalla magistratura; l’aumento delle prescrizioni; la previsione della cosiddetta aggravante ambientale; la punibilità anche dei delitti colposi e l’applicazione della misura cautelare della confisca.
Dunque, quello di oggi è solo un primo ed importante passo nella lotta contro i reati ambientali. E il fatto che non abbiamo continuato la battaglia contro l’air gun, che – come i colleghi sanno – è una tecnica invasiva che nuoce gravemente agli ecosistemi marini, con potenziale danno alla biodiversità, non vuol dire certamente che il problema sia stato risolto. La tecnica dell’air gun deve essere al più presto normata, con un provvedimento specifico. (Applausi dal Gruppo M5S).
L’Unione europea, con la direttiva n. 30 del 2013, che deve essere recepita entro il 19 luglio del 2015, ha individuato la necessità di aumentare la protezione dell’ambiente marino, fissando le condizioni minime di sicurezza per la ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi in mare. È chiaro, dunque, che al più presto sì dovrà intervenire, e non solo per evitare di incorrere in un altro procedimento di infrazione per mancato recepimento della direttiva, ma soprattutto per regolamentare ed eventualmente vietare tale tecnica. Il Governo, in sede di esame in Commissione, ha già assunto alcuni impegni in merito, accogliendo alcuni ordine del giorno, e si è impegnato tra l’altro a procedere ad un attento monitoraggio circa gli impatti ambientali della tecnica dell’air gun, nonché a valutare l’opportunità di disporre la sospensione delle nuove attività di coltivazione di idrocarburi liquidi entro le 12 miglia dalla costa e dalle aree marine e costiere protette.
Ringrazio tutte le associazioni che, con il loro contributo, hanno permesso il raggiungimento di questa prima tappa di un percorso, che è appena iniziato, a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, e che sicuramente continueremo a percorrere assieme a tutti coloro che lo vorranno. (Applausi dal Gruppo M5S).

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