La storia insegna che la storia non insegna nulla

La scelta che la maggioranza del Parlamento compirà oggi di eleggere nuovamente il Presidente della Repubblica in carica, non sarà una scelta dovuta a una situazione di assoluta tenuta della sicurezza dello Stato e neppure dettata dal sentire dei cittadini, i quali si aspettavano un nuovo Presidente. Si tratterà di una scelta “forzata” e di “convenienza” affinché tutto resti uguale a quanto è stato in questo ultimo anno di una legislatura maledetta, e cosa più grave sarà premonitrice di quello che avverrà nella prossima.

La politica, l’attuale Governo e questo Parlamento hanno costruito giorno dopo giorno il più grande fallimento, dopo il governo Monti e la rielezione di Giorgio Napolitano, che gravi conseguenze portarono in termini legislativi e di abbassamento della qualità della vita dei cittadini, concependo leggi che il popolo ha subito, odiato e avversato. Sullo stesso loro solco si muove il Governo Draghi e con esso la maggioranza dei partiti che sono nella maniera più assoluta distanti anni luce dalle reali esigenze dell’Italia. Basti pensare ai tanti cittadini che non possono accedere alle cure negli ospedali e che quindi sono costretti a soffrire, a coloro che sono stati obbligati a perdere il lavoro o essere sospesi, alle famiglie che si trovano alle prese con una scuola che dopo 2 anni di pandemia ancora non riesce a gestire le classi, tra la dad e la presenza. E così l’Italia continua a spaccarsi e a dividersi, e dunque la realtà delle cose ci racconta che sta accadendo l’esatto opposto di quel che si era detto dovesse accadere, riunendo tutti i partiti in un’unica maggioranza.

È stato evidente il grande fallimento dei partiti, durante questa settimana di votazioni per il Presidente della Repubblica, ed è accaduto sotto gli occhi di milioni di cittadini che li osservavano e ascoltavano le loro dichiarazioni. Ogni tentativo ogni proposta falliva e così è stato fino alla fine, e l’unico modo che hanno trovato per restare insieme è stato garantire se stessi.

Per quanto mi riguarda, sono fiera di aver associato il mio nome e quello di molti miei colleghi a uomini di alto spessore morale e istituzionale come quello di Paolo Maddalena prima e di Nino Di Matteo poi, e di averli candidati a rappresentare tutti gli italiani.
Ogni mio voto dato a loro è stato espresso in piena libertà, coscienza e scevro da opportunità politiche o tornaconti personali.

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