M5S: Valle del Sacco, il Ministero ci da ragione. Nel depuratore di Anagni entrano soldi e non acqua, è fermo da 26 anni

Anche in questo caso, pur correndo il rischio di sembrare presuntuosi, possiamo dire che avevamo ragione. Nell’ottobre del 2016 (con l’atto 3-03214) avevamo interrogato il Ministero dell’ambiente sulle criticità dell’impianto di depurazione di Anagni denunciando il mancato funzionamento del depuratore che avrebbe dovuto coinvolgere circa 750 mila utenze e che ha comportato una spesa di oltre 20 milioni di euro.

Ambiente, M5S: Interrogazione parlamentare sulla Valle del Sacco, bonifiche e depurazione al palo

Ebbene anche se con ritardo il Ministero ci ha dato ragione (scarica la risposta alla nostra interrogazione qui) confermandoci che l’impianto in questione non risulta essere mai stato attivato. Attualmente, stando a quanto riferitoci nella risposta del Min. Galletti, sarebbero in corso le procedure di collaudo per mettere in funzione il depuratore entro il 2018.

Il competente ATO5 Frosinone ha fatto presente che da informazioni assunte
presso il Consorzio ASI di Frosinone, ad oggi, non risulta essere mai stato attivato
l’impianto in questione.

Ciò che desta maggiormente preoccupazione sono gli 88 scarichi industriali autorizzati che, a causa del mancato funzionamento del depuratore interconsortile industriale di Anagni, avrebbero sversato nella valle 17 milioni di metri cubi di reflui sostanzialmente non trattati. Questo è il numero che abbiamo già denunciato e gridato con la nostra interrogazione, e che ancora oggi ci spaventa per la salute dei cittadini e per l’ambiente.

Inoltre va ricordato che proprio la situazione di Anagni figura tra i casi che sono stati riportati dall’Europa nel parere motivato dell’infrazione n.2014/2059 (Marzo 2015)

Parere motivato – Infrazione n. 2014/2059

Nell’interrogazione il Ministero dell’Ambiente ci ha risposto anche che le opere fognarie per il collettamento dell’agglomerato di Anagni, sarebbero due. La prima è la rete fognaria realizzata dalla Regione Lazio che confluisce nel depuratore ad oggi non funzionante (terminato da 26 anni), l’altro sarebbe un progetto in fase di autorizzazione che consisterebbe in interventi su infrastrutture esistenti. Ad ogni modo per noi il giudizio resta molto negativo, i tempi sono davvero troppo lunghi, è passato già 1 anno dall’affidamento all’ASI, ma nulla si è mosso, solita gestione PD.

Nell’accordo di 1 anno fa tra Regione Lazio e Consorzio ASI, figurano nuove somme stanziate “Contributo agli interventi funzionali all’avvio della gestione del depuratore
consortile di Anagni la somma di € 130.968,00 + iva al 22% a favore del Consorzio ASI” scarica qui il PDF del protocollo d’intesa tra Regione Lazio e Consorzio Asi [Presidente Regione Lazio Nicola Zingaretti(PD) e Presidente Consorzio ASI Frosinone Francesco De Angelis(PD)]

La data prevista per il raggiungimento della conformità è il 31 dicembre 2021.

Nutriamo anche ulteriori dubbi, sulla risposta data dal Ministro Galletti alla nostra interrogazione, quando dice :

Nelle more dell’attivazione del depuratore ASI l’agglomerato è attualmente servito
da tre impianti di depurazione (Pantane, Ponte Piano, San Bartolomeo) che trattano
complessivamente l’81,66% del carico generato dall’agglomerato.

I dubbi ci vengono quando andiamo a dare un occhio agli impianti citati come quello di Ponte Piano che vediamo essere in queste condizioni(guarda foto di seguito), nonostante un progetto di adeguamento approvato.

Altro problema che ci aveva molto preoccupato è il danno economico che i cittadini stanno subendo considerato che sulla base di quanto dichiaratoci stavano continuando a pagare in bolletta una tariffa per la depurazione pur essendo l’impianto fuori uso. Su questo fronte il Ministero ci ha comunicato che il Gestore del servizio idrico sta provvedendo a restituire le somme che non erano dovute in quanto appunto riferito ad un servizio di depurazione non attivo.

Provvederemo ad accertarci che questo stia davvero accadendo perché altrimenti sarebbe solo l’ennesima beffa per i cittadini costretti a pagare un servizio per il quale sono state investiti oltre 20 milioni e che di fatto non è mai stato attivato compromettendo in modo indelebile la salubrità delle acque.

La zona del depuratore di Anagni mai entrato in funzione

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