Raffaele ha diritto a vivere, abbattiamo le barriere per aiutarlo

Sabato 25 Luglio sono stata a Napoli, a Scampia, il Meetup di Napoli aveva organizzato un’intera giornata di incontri ed eventi nel Parco Corto Maltese. Un parco pubblico, con campetti di calcio, un po di verde e spazio per fare eventi, fondamentale per la vivibilità per un intero quartiere e che da la possibilità a tanti ragazzi di fare attività fisica ma soprattutto, li tiene sicuramente lontani da più pericolosi approcci. Il parco è curato e manutenuto dai comitati del quartiere ed è stata una bella scoperta.

In quell’occasione ho conosciuto Dalila e Angelo, i genitori di Raffaele un bimbo disabile, che mi hanno avvicinato e mi hanno raccontato la loro storia.

Vivono anche loro li a Scampia in alloggi di edilizia popolare, purtroppo Raffaele con il suo problema ha bisogno di spostarsi in carrozzina, ma per poter accedere al suo palazzo ci sono molte scale da fare, così la madre per farlo uscire di casa è costretta da sola a sobbarcarsi tutto il peso della carroziona e di Raffaele, che ormai non è più un bambino ma quasi adulto.

Più passa il tempo e i giorni e più diviene difficile poter far uscire di casa Raffaele, arriverà un giorno in cui Raffaele sarà cresciuto a tal punto che diverrà impossibile per la madre portarlo su e giù per quelle scale.

Avevo detto a Dalila che mi sarei informata per capire come aiutarli e le avevo chiesto di inviarmi la documentazione in suo possesso. Così ieri ho inviato tramite posta raccomandata questa lettera al Presidente dell’ente autonomo delle case popolari, al Sindaco di Napoli, all’Ass.re per le politiche sociali di Napoli e della Regione Campania, ed al Presidente della Municipalità.

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Stamane ho contattato l’Assessore alle poliche sociali del Comune di Napoli, alla quale ho anticipato anche verbalmente il problema di Raffaele. L’Assessore è stato molto gentile e mi ha detto che si attiverà per contribuire a risolvere questo problema.

Il diritto a vivere non può essere negato dalla mancanza di una rampa o di una discesa, faremo il possibile per abbattere le barriere che oggi tengono chiuso Raffaele in casa.

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Definiamo “barriere architettoniche” tutto ciò che ci impedisce di accedere a un ambiente (es. gradini), di visitarlo liberamente (es. porte strette) o di svolgerci le attività quotidiane (es. lavarsi, cucinare, andare in bagno).
La legge (L. 13/89) prevede la possibilità di richiedere al Comune di residenza un contributo per due tipologie di interventi:
– accesso all’abitazione (per es. costruire una rampa, allargare una porta di accesso);
– utilizzo interno (fruizione) dell’abitazione (per es. adattare il bagno)
l contributo è regionale e non è automatico, ovvero dipende dalla disponibilità di fondi. La legge 13/89 inoltre prevede che abbiano precedenza le domande presentate da/per persone disabili riconosciute “invalidi totali”.
Si ha diritto, nello stesso anno, a chiedere due distinti contributi, uno per l’accessibilità all’abitazione (per es. superare i gradini che precedono l’ascensore), l’altro per la fruibilità interna dell’alloggio (per es. adattare il bagno).
Per legge (L. 13/89), la stessa persona non può presentare più di due domande l’anno, una per tipologia di intervento (accessibilità o fruibilità).
Bisogna rispettare delle scadenze?
Non esistono scadenze per l’accoglimento della richiesta da parte del Comune.
Tuttavia se la domanda viene presentata dopo il 1° marzo verrà presa in considerazione dalla Regione per l’anno successivo. Conviene quindi presentare domanda prima di questo temine.
Chi vive in edifici di proprietà di un Ente Pubblico (per es. case popolari) fa domanda direttamente all’Ente proprietario dell’immobile, il quale provvederà alla realizzazione dei lavori senza spese per l’inquilino.

3 Comments

  1. Come lo capisco! Anche io con il mio handicap rilevante (Sclerosi Multipla) mi trovo spesso a dover tornare indietro o almeno a fermarmi a causa delle barriere architettoniche. Non parlo di quelle naturali che ad esempio una città come la mia, Perugia etrusca e bellissima, impone.:: il problema vero sono i locali pubblici non adattati, le strutture culturali, i servizi igienici, le scale! Dicimolo a volte ho trovato assenza di volontà di aiutarci, di rendere pssibile anche per noi quel pizzico di vita che potremmo ritagliare. Roberta Capodicasa

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