Recovery Fund, Moronese(M5S): con l’Ambiente al centro di ogni scelta, costruiamo un’Italia più forte

Con il voto di oggi al Senato ci avviamo ad accedere ai 208 Miliardi di euro che l’Europa ha destinato all’Italia, per me e per noi del MoVimento 5 Stelle queste risorse dovranno essere utilizzate tenendo sempre al centro delle scelte, l’ambiente. È stato dimostrato come il Covid si sia trasmesso dall’uomo attraverso gli animali, ma anche che questo si diffonde con più facilità grazie all’inquinamento. Sono certa che alla fine vinceremo la partita contro il Covid, ma potremmo incorrere in futuro in nuove sfide anche più dure, dobbiamo prepararci ed essere pronti non dimenticando che i cambiamenti climatici sono in atto.

Questo il mio intervento di oggi al Senato e questa è la relazione finale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

MORONESE (M5S). Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, inizio questo mio intervento con una citazione: il recovery fund europeo va usato per una ripresa che risponda ai rischi dei cambiamenti climatici con l’energia rinnovabile e le altre tecnologie, così si apre l’opportunità per la creazione di un enorme numero di posti di lavoro. I robot e l’intelligenza artificiale non possono ammodernare i palazzi e tutte le altre infrastrutture; ci vogliono essere umani. Per l’Italia può essere l’inizio di un nuovo Rinascimento. Queste sono parole di Jeremy Rifkin, tratte da un’intervista pubblicata ieri su un noto quotidiano nazionale.

Rifkin, come tutti sappiamo, è un economista, un ambientalista e anche uno scrittore molto attivo sui temi che riguardano i cambiamenti climatici, le tecnologie e i mutamenti globali ed è stato consigliere per l’Europa già dai primi anni 2000. La tua intervista è molto interessante non solo per i temi affrontati, come il green new deal, ma anche perché vi si parla proprio dell’enorme potenziale che ha il nostro Paese. Rifkin cita i grandi talenti che il nostro Paese ha nel settore delle comunicazioni, dell’energia, della logistica e dei trasporti e anche le nostre risorse naturali: siete l’Arabia Saudita del sole e del vento, dice; manca solo la volontà politica: verrà dai giovani che capiscono, aggiunge poi.

Sul punto della mancanza di volontà politica credo che in questa sede potremmo aprire una riflessione importante, perché probabilmente ci sono alcune cose che non vengono colte in senso generale, ma che stanno comunque avvenendo. Il superbonus al 110 per cento è una rivoluzione e rappresenta un nuovo modo di pensare il lavoro, l’energia e l’ambiente. Va esattamente nella direzione che chiede anche Rifkin: è la prima volta che lo Stato investe sui cittadini, chiedendo loro di usare le migliori tecnologie per risparmiare sui consumi energetici e lo fa ricompensandoli economicamente. In questo modo otteniamo benefici ambientali, riqualifichiamo il lavoro portandolo ai massimi livelli e incentiviamo anche le imprese all’utilizzo e alla creazione di nuove tecnologie.

Ancora, penso al lavoro che è stato fatto dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare sui sussidi ambientalmente dannosi (SAD); avevamo previsto tale lavoro nella scorsa legge di bilancio e adesso quegli aiuti verranno man mano riconvertiti in sussidi ambientalmente favorevoli. Mi fermo qui con gli esempi, ma sono convinta che da quando il MoVimento 5 Stelle è arrivato al Governo dell’Italia sono cambiate tante cose in senso favorevole per l’ambiente e questo è sotto gli occhi di tutti. (Applausi).

Ai giovani, che ci stanno lanciando messaggi importantissimi, dico che non sono certo rimasti inascoltati. Proprio qui, in questa Camera del Parlamento, sono state approvate ben due mozioni sui cambiamenti climatici.

In questi giorni le nostre Commissioni hanno fatto un lavoro enorme per ampliare e sviluppare i punti fondamentali per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, utilizzando le risorse a disposizione dell’Italia per un unico, grande obiettivo: la tutela dei nostri territori e dei 60 milioni di cittadini che ci vivono.

Come hanno ricordato anche altri colleghi e come ci chiedono tutti, uno dei tre pilastri del piano di rilancio del Governo è la transizione ecologica. Sarà necessario, quindi, innestare un nuovo paradigma nell’economia di questo Paese, che metta l’ambiente al centro di ogni scelta.

Le immagini di questi giorni (i ponti spazzati via come se fossero cartapesta, le città sommerse, i fiumi che straripano) sono istantanee che non cancelleremo facilmente dalla nostra memoria. Il compito della politica – il nostro compito, cari colleghi – è quello di lavorare per la cosa pubblica, per il bene di ogni cittadino.

Il MoVimento 5 Stelle ha lavorato molto sulle linee guida in discussione oggi, portando avanti l’idea che nulla fosse lasciato al caso, mettendo al centro proprio l’ambiente. Permettetemi di dire che, più che parlare di tutela, in questo caso parlerei di rispetto per l’ambiente.

Abbiamo inserito alcune richieste di carattere generale, che danno un indirizzo sugli obiettivi da raggiungere con il Piano nazionale di ripresa e resilienza e anche alcuni criteri per noi fondamentali per la scelta e la valutazione dei progetti. Parte dei fondi dovrà essere destinata alla prevenzione del dissesto idrogeologico e del rischio sismico; è altresì necessario tendere ad azzerare il consumo del suolo.

Fondamentali saranno i progetti destinati all’economia circolare, con incentivi alle imprese che vogliono investire nella riconversione delle proprie attività o nella progettazione di prodotti che possano essere più facilmente riutilizzati o riciclati. Occorre anche supportare la ricerca e la sperimentazione, volte a favorire i processi di end of waste.

Sarà fondamentale stabilizzare i green bonus, da quelli dedicati alla mobilità sostenibile fino al superbonus del 110 per cento per l’efficientamento energetico degli edifici. Abbiamo richiesto che, all’interno del recovery plan, venga inserito a pieno titolo il Piano nazionale per la gestione dei rifiuti, al fine del raggiungimento degli obiettivi indicati nelle direttive europee, tenendo ben fermo quanto previsto in fatto di gerarchia dei rifiuti, limitando, fino a eliminarlo, il collocamento dei rifiuti in discarica o negli inceneritori.

Vi è la necessità di affrontare con un approccio sistemico il problema connesso alla gestione del ciclo delle acque, che ha bisogno di una visione complessiva e adeguata di investimenti e interventi, che assicurino la realizzazione di un sistema di impiantistica adeguato e di misure per il trattamento dei rifiuti e delle acque. Un simile piano avrebbe importanti ricadute sull’occupazione e sullo sviluppo, che si tradurrebbero in migliore qualità della vita per tutti. Si pensi che in Italia ci sono ancora oggi territori privi di impianti di depurazione.

Sarà fondamentale, inoltre, unire le forze per tutelare l’ambiente marino e la fascia costiera, conservare e difendere gli habitat naturali e proteggere la biodiversità.

Importante sarà altresì indirizzare la nostra agricoltura verso il modello «dal produttore al consumatore». Occorre che l’agricoltura possa, anch’essa, seguire modelli circolari, basati sulla rigenerazione e sulla riduzione delle emissioni dei gas serra. (Applausi). Serve incentivare interventi per la sostenibilità della produzione alimentare, per la sicurezza dell’approvvigionamento, per stimolare pratiche virtuose nei settori della trasformazione alimentare, del commercio all’ingrosso e al dettaglio, alberghiero e dei servizi di ristorazione. Occorre promuovere un consumo alimentare corretto e agevolare il passaggio a regimi alimentari sani e sostenibili, nonché ridurre gli sprechi.

Come ha dichiarato ieri a Taranto il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, l’Italia ha anche bisogno di piani di rigenerazione sociale. È necessario quindi contrastare la marginalità sociale, la deprivazione culturale, la dispersione scolastica e la devianza minorile, attraverso azioni materiali e immateriali. Questi temi, che sono di natura sociale, si riflettono sull’ambiente. Infatti, dove questi problemi sociali restano irrisolti è sempre rilevabile l’esistenza di gravi problemi ambientali. Gli aspetti sono strettamente connessi.

Tutti abbiamo letto di studi scientifici o anche visto trasmissioni televisive che parlano del rapporto tra il Covid-19 e l’ambiente. Tanti studiosi e scienziati ci dicono che la pandemia è legata non solo alla questione del passaggio del virus dagli animali all’uomo, ma anche ai fattori ambientali e all’inquinamento.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza può e dev’essere utilizzato per affrontare i problemi che la politica negli scorsi anni non ha voluto affrontare, girando troppo spesso la faccia dall’altra parte. Abbiamo tutti davanti un lavoro immenso da fare; dobbiamo prepararci a rendere l’Italia un Paese più forte, pronto ad affrontare anche nuove sfide che potrebbero arrivare dopo quella del Covid. Il momento di pensarci è adesso.

Signor Presidente, in conclusione, non avremo un altro pianeta dove poter stare. Questo è il nostro posto e questa è la nostra casa: dobbiamo prendercene cura noi e adesso. Che sia davvero per l’Italia un nuovo Rinascimento me lo auguro per l’ambiente, per i nostri ragazzi, per il loro futuro e per noi tutti. (Applausi).

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