Intanto in Italia il Parlamento non esercita più la sua funzione legislativa e quella di controllo sul Governo. Oggi in aula in Senato ho fatto appello a tutti, sperando che possano ravvedersi, la situazione è molto molto grave.
MORONESE (Misto). Signor Presidente, solitamente intervengo in Aula solo su provvedimenti che riguardano la Commissione a cui appartengo, e quindi per parlare di ambiente. Da quando, però, c’è questo Governo intervengo poco, perché l’ambiente è stato di fatto abrogato.
Oggi, invece, intervengo per ribadire nuovamente che il Parlamento è stato totalmente messo al tappeto da Draghi e vorrei invitarvi a fare un minuto di riflessione, prima che sia troppo tardi. Tanti si sono spesi in quest’Aula l’altro giorno per difendere le prerogative parlamentari reclamate dall’ex Presidente del Consiglio Renzi e non vi accorgete che ci stanno togliendo sostanzialmente la funzione principale del parlamentare, sancita dalla nostra Costituzione. Questo Governo sta smantellando ogni prassi, ogni regola democratica e anche ogni parvenza di esse. Più volte si è discusso dell’arroganza dei Governi, spessissimo di quello attuale a cui orgogliosamente non ho dato la mia fiducia, che ha esautorato il ruolo del Parlamento con l’abuso spropositato dei decreti-legge. Più volte abbiamo lamentato il loro utilizzo e soprattutto l’uso della fiducia sui decreti, che ha raggiunto la sua massima perversione con la sistematica apposizione della doppia fiducia in entrambe le Camere sul medesimo provvedimento. Così era rimasta soltanto l’apparenza del Parlamento, dando la possibilità alle Commissioni competenti almeno dell’espressione di un parere.
Si trattava solo di apparenza, però, perché capite bene che un lavoro vero e serio su leggi che vanno a cambiare la vita delle persone non può essere svolto in due o tre giorni, ma richiede tempo: il tempo necessario per un confronto, per ascoltare, per approfondire.
Oggi possiamo dire che non è rimasta nemmeno l’apparenza di quello che era il Parlamento; siamo arrivati al culmine di un’indecenza divenuta, appunto, prassi consolidata.
In qualità di Presidente della Commissione ambiente, ieri mi è stata comunicata l’assegnazione – per l’espressione del parere – del decreto-legge cosiddetto milleproroghe, il cui esame alla Camera si è concluso il 22 febbraio, con la questione di fiducia ovviamente.
Il decreto-legge scade il 28 febbraio, lunedì prossimo, quindi va necessariamente votato oggi, perché naturalmente bisogna evitare che in Parlamento si lavori di venerdì, sabato e lunedì. Quindi, ad esempio, come Commissione ambiente, avremmo dovuto svolgere i lavori su questo provvedimento nella seduta di stamattina: incardinamento, esame del testo, discussione generale; avremmo dovuto fissare una scadenza per eventuali osservazioni, predisporre un parere, dichiarazioni di voto e voto finale; il tutto in quarantacinque minuti per essere pronti per le 9,30 di stamattina. (Applausi).
Avete convintamente votato per eleggere nuovamente il presidente Mattarella per poi non dare minimamente ascolto alle sue parole?
Pochi giorni fa lo stesso Presidente della Repubblica nel suo discorso disse: «Un’autentica democrazia prevede il doveroso rispetto delle regole di formazione delle decisioni, discussione, partecipazione».
Spero che vi rendiate conto che qui non si tratta di maggioranza o di opposizione e nemmeno della necessità o meno di un provvedimento, ma della stessa esistenza e utilità della funzione delle Camere e dei loro componenti. Continuando così state abdicando alla vostra funzione; vi state dichiarando inutili, e lo sottolineo con forza.
Lo ripeto per essere chiari affinché rimanga agli atti: il Parlamento non esercita più la sua funzione legislativa e neanche quella sacrosanta di controllore del Governo. Ai Parlamentari, a tutti noi viene negato il diritto di esercitare le nostre funzioni, quelle per cui siamo stati eletti. Ora o pretendiamo insieme – maggioranza e opposizione – il rispetto del Parlamento oppure saremo costretti, quando incontreremo un cittadino o un’impresa, a rispondere che noi come parlamentari non abbiamo il diritto neanche di fiatare, perché siamo in una vera e propria dittatura.
Spero che possiate davvero riflettere su quello che sta succedendo; è un qualcosa che non fa bene a noi come rappresentanti dei cittadini, ma di certo non fa bene al Paese. (Applausi).
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