Oltre alle tangenti, chiamate << l'ossigeno >> ecco cosa devono sapere i cittadini di Santa Maria Capua Vetere

Oltre alle tangenti di 100.000 euro che si sarebbero spartiti l’ex Sindaco di Santa Maria C.V. Biagio di Muro e il dirigente comunale Di Tommaso, e i fatti di cronaca riportati sui giornali, i cittadini dovrebbero sapere che il Comune era controllato dai clan della camorra sin dai tempi in cui ad essere Sindaco era il padre di Biagio di Muro, ovvero Nicola di Muro, al quale fu sequestrato palazzo Teti Maffuccini, oggetto poi dell’appalto dato in affidamento dal duo Di Muro Di Tommaso, a ditte vicine ai clan per guadagnarsi le mazzette. Una truffa ai danni della collettività, usufruendo dei fondi europei, che non è affatto nuova come sistema, ma la descrizione del sistema e di come la camorra controllava il comune da almeno un ventennio, questo i cittadini devono saperlo.

Ecco come veniva gestito il nostro Comune tratto dall’ordinanza di custodia cautelare cit. pagina 220

Orbene con riferimento a Di Muro Biagio i sussistenti e attuali contatti diretti con Zagaria Alessandro, il ruolo pregnante rivestito nella vicenda, la spregiudicatezza dimostrata e lo spregio totale per la gestione della cosa pubblica nonostante il ruolo rivestito, solo per non perdere quell’ “ossigeno che stava finendo” e fare l’affare, appare evidente che la misura inframuraria appaia la più adeguata ed idonea a salvaguardare le suindicate esigente. Si evidenzia, altresì, che il Di Muro nella intercettazione ambientale con Zagaria più volte richiamata ha dimostrato di essere aduso a fare affari ed a piazzare imprenditori ed è dunque altamente probabile che le vicende delittuosi in esame si inseriscano in un contesto sistemico di corruttela in combutta con la criminalità organizzata.

Sussiste, dunque, un pericolo concreto ed attuale di recidiva: la presente indagine ha svelato quanto forte e duraturo nel tempo è il legame con ambienti della criminalità organizzata. La gravità delle condotto contestata e la negativa personalità dell’indagato emergente dagli atti, non consente di vincere la presunzione relativa di adeguatezza della custodia in carcere. Se pure il predetto fosse dimissionario dalla carica di sindaco, le vicende in esame dimostrano che permane un’intraneità ed un legame con un sistema illecito e corruttivo rispetto al quale non risultano, allo stato, emersi segni di rescissione.

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Il controllo del Comune di Santa Maria Capua Vetere da parte del clan dei Casalesi, cit. OCC pagina 203

Va altresì rilevato che nelle dichiarazioni che seguono Caterino (collaboratore di giustizia) evidenzia proprio come il Comune di Sant Maria Capua Vetere fosse controllato dai clan dei casalesi e come Di Muro Nicola, padre di Biagio fosse stato un punto di riferimento per il clan come raccontatogli da Zagaria Francesco ed Antonio. Non è di secondo momento la circostanza che il palazzo Teti Maffuccini sia stato confiscato proprio nel 1996 a Di Muro Nicola, padre di Di Muro Biagio. Caterino rivela anche come la candidatura al comune di Di Muro Biagio sia stata vista dal clan con estremo favore perché garantiva una medesima linea di continuità con il padre.

Ora che che la SV mi ha detto il nome, effettivamente vi dico di conoscerlo come il figlio dell’ex Sindaco di Santa Maria Capua Vetere. Sono a conoscenza del fatto che egli fosse in ottimi rapporti con ZAGARIA Francesco, detto Francuccio, cognato di Michele ZAGARIA. Ricordo infatti che nell’anno 2005-2006, non ricordo di preciso ma comunque prima del mio arresto avvenuto nel giugno 2006, mi recai a casa di Francuccio Zagaria, come del resto era mia abitudine, dato il forte rapporto di fiducia che avevo con la famiglia ZAGARIA e di cui ho ampiamente parlato negli scorsi interrogatori. In occasione di questa visita, mentre discorrevo con Francuccio ZAGARIA dei suoi legami politici con esponenti di istituzioni locali, ricordo che la discussione cadde anche sul Comune di SMCV. Ero a conoscenza diretta che il Comune di SMCV fosse controllato da noi del clan dei casalesi e con questa espressione voglio dire che le amministrazioni locali del Comune di Santa Maria Capua Vetere erano da noi direttamente controllate, come d’altra parte tutte quelle della Provincia di Caserta. Intendo con ciò dire che nella maggior parte dei casi, in occasione delle elezioni amministrative, eravamo noi a designare le persone da eleggere come Sindaco oppure come consigliere comunale e, una volta designate tali persone, intervenivamo direttamente per appoggiarle dal punto di vista elettorale. Quando, invece, capitava – seppur in maniera molto rara – che qualche Sindaco fosse eletto senza il nostro diretto intervento, intervenivamo noi sul Sindaco stesso o sui consiglieri eletti per sfiduciarlo, laddove non avesse attuato una politica a noi gradita. Ovviamente, questo sistema di controllo degli enti locali era effettuato non solo dal clan ZAGARIA ma dall’intero clan dei casalesi, nel senso che ogni famiglia aveva un territorio che controllava sia militarmente sia politicamente. Fra questi territori, vi era anche quello di Santa Maria Capua Vetere che era sempre stato sotto il controllo della famiglia SCHIAVONE. Il Coune di SMCV è sempre stato una sorta di fiore all’occhiello per questa famiglia, nel senso che la famiglia SCHIAVONE era particolarmente gelosa di questo Comune rispetto alle altre famiglie casalesi. Fatta questa premessa generale sul modo di controllare gli enti locali, voglio ritornare al mio racconto delle modalità di conoscenza con il DI MURO Biagio Maria. Io non ho mai incontrato costui, ma posso dire che quando ne parlavo con Francuccio ZAGARIA costui mi diceva che il di lui padre, Nicola, era sua diretta espressione e che in quel periodo ossia nel 2004-2005-2006, stava introducendo sulla scena politica uno dei suoi figli. Voglio aggiungere che Nicola DI MURO è sempre stato una persona di fiducia del clan dei casalesi; io ne parlo sempre come Sindaco ma non so se egli abbia poi effettivamente ricoperto la carica di Sindaco. Di sicuro, però, era colui che reggeva le fila di tutte le vicende di Santa Maria Capua Vetere. Ebbene, ricordo che già in quel periodo Francuccio ZAGARIA mi diceva che uno dei fili di Nicola DI MURO stava introducendosi nella vita politica e del resto ne ebbi poi conferma quando venni scarcerato nel 2009, allorchè nel 2010, mi pare, costui cominiciò a candidarsi per le elezioni comunali e so che poi è stato anche eletto qualche mese dopo alla carica di Sindaco. Quando appresi questa notizia dai mass media, ossia il fatto che il DI MURO avesse deciso di candidarsi, ebbi modo di parlare con Antonio ZAGARIA e gli dissi testualmente. “Francuccio non sbaglia mai”, ossia che ZAGARIA Francesco aveva ancora una volta scelto una persona di sua fiducia come espressione politica. A questa mia espressione, ZAGARAI Antonio fcece un sorrisino come di approvazione di quanto stavo dicendo. Ribadisco, quindi, che la conoscenza di DI MURO Biagio Maria mi deriva non direttamente bensì dal fatto che di lui mi ha parlato fin dal 2005-2006 Francuccio ZAGARIA e di lui mi ha altresì parlato Antonio ZAGARIA nell’occasione che ho appena raccontato. Altro non so dirvi sul suo conto.

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corruzione-nel-pd-è-da-voltastomaco

Questo è quello che ho dichiarato ieri alla stampa e che penso, non molliamo riprendiamoci il Comune di Santa Maria Capua Vetere, onestà onestà!

In Campania sta emergendo fuori tutto il marcio del sistema partitocratico in particolare del Pd, con favori ai clan della camorra negli appalti pubblici con utilizzo di fondi europei fino addirittura a favori alle mafie su beni confiscati alla camorra stessa!” lo denuncia Vilma Moronese, senatrice del Movimento 5 Stelle commentando l’inchiesta odierna che vede coinvolto il segretario e consigliere regionale Pd Stefano Graziano. “Sono episodi da voltastomaco, non serve aggiungere altro” continua la Moronese. “Di fronte a tutto questo, i cittadini non devono rassegnarsi, ma attuare sempre di più una rivoluzione delle coscienze che parte dai comportamenti di tutti i giorni nel contrastare un malaffare diffuso . Per liberarci di tutto questo occorrono onestà, coerenza e coraggio” conclude la Moronese.

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