Oggi voglio affrontare con voi un argomento che non riguarda l’ambiente, si tratta della celiachia, una malattia dalla quale non si può guarire, ma solo convivere.
A seguito di un una segnalazione pervenutami, precisamente dal sig. Filippo, ho avuto modo di approfondire un tema che può sembrare secondario ma in effetti non lo è.
La celiachia è una reazione immunitaria all’assunzione di glutine; a lungo andare questa reazione produce un’infiammazione che danneggia il rivestimento dell’intestino tenue e impedisce l’assorbimento di alcuni nutrienti (malassorbimento).
Essendo considerata una malattia cronica è previsto dalla normativa vigente un bonus economico mensile riconosciuto a chi è ne è affetto, per l’acquisto di prodotti alimentari senza glutine che fra l’altro è noto a tutti avere dei costi decisamente più alti dei corrispettivi prodotti con glutine.
La segnalazione pervenutami riguardava la riduzione di questo importo mensile da 100 € a 70€.
Facendo degli approfondimenti ho scoperto che in effetti tutta la norma che riguarda la celiachia andrebbe riformata ma decisamente non è il mio campo e non mi addentro in questo ma ho riscontato in particolare 3 grandi problemi:
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Riduzione importo bonus mensile
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Che il suddetto bonus può essere speso entro i confini della regione di competenza dell’asl che ha rilasciato certificazione
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Che le spese sostenute extra bonus, quindi con proprie disponibilità economiche non possono essere detratte fiscalmente come avviene per le spese mediche.
Con riferimento al primo punto, l’importo lo definisce periodicamente il Ministero della Salute con proprio decreto ministeriale, non potendo incidere con una legge primaria a modificare un decreto ministeriale, è mia intenzione presentare alla legge di bilancio che ci apprestiamo a discutere un ordine del giorno che impegni il Ministero competente a rivedere tale importo e a innalzarlo così come era previsto in precedenza a 100€.
Per il secondo e il terzo punto invece ho predisposto un emendamento che preveda la possibilità di utilizzo del bonus anche fuori regione, trovo infatti assurda questa limitazione perchè ad esempio un ragazzo celiaco che per vacanza, per studio o per altri motivi deve trascorre un periodo fuori regione non abbia diritto a usufruire del buono. Inoltre sempre nello stesso emendamento ho previsto che l’importo speso per acquisto di prodotti senza glutine in eccedenza al bonus possa essere incluso fra le detrazioni fiscali già previste perchè va da sè che di certo 70 euro non potrebbero mai coprire neanche per la metà l’importo necessario per acquisto di prodotti per colazione pranzo e cena per un mese.
Ho cercato di sensibilizzare molti miei colleghi sul tema e spero vivamente che possa essere accolto e approvato.
Ho depositato questo emendamento nel decreto fiscale A.S. 2426 attualmente in discussione in Senato e qualora non dovesse essere accolto lo riproporrò per la legge di Bilancio che affronteremo a breve.
AGGIORNAMENTO – 01/12/2021
Vi aggiorno sull’emendamento che ho depositato per il cosiddetto decreto fiscale (A.S. 2426) il quale ha ricevuto l’articolo 81 dalla Commissione Bilancio, il che significa che non ci sono risorse economiche da destinare per coprire i costi di questo emendamento. Pertanto ho trasformato l’emendamento in ordine del giorno, che è stato accolto.
Il Governo dunque si è impegnato a farsene comunque carico in un prossimo provvedimento normativo. Faccio presente che avevo predisposto il medesimo emendamento anche per la Legge di Bilancio attualmente in discussione al Senato, in tutta franchezza però mi corre l’obbligo dirvi che temo non ci siano grosse possibilità di avere un esito diverso. Mi spiace, avrei preferito che fosse stato approvato l’emendamento in modo da stanziare subito le risorse necessarie, ci ho provato e ci sto provando ancora comprendendo le difficoltà reali delle famiglie nell’affrontare il problema della celiachia, ma al momento probabilmente per la maggioranza non risulta tra le priorità.