La mia nota al Ministero dell’Ambiente su quello che sta accadendo al Pilone di Ostuni

Il 7 Marzo scorso, il Ministero dell’Ambiente mettendo in atto uno dei punti della risoluzione di cui sono stata relatrice, approvata nel Maggio 2017 ha invitato questa nota (Riscontro Minambiente su risoluzione n. 77 del 2017 ) alla Commissione Ambiente del Senato

Spiaggia del Pilone, ecco la risoluzione approvata al Senato sui problemi ambientali relativi alla costruzione di una vasca liquami

Nel frattempo, nonostante tutte le anomalie e tutte le denunce i lavori sono andati avanti.

Spiaggia del Pilone: la ditta che lavora per l’APQ denunciata per “gestione illecita dei rifiuti”


Si sono susseguite altre denunce e sequestri

Sequestrata parte dell’area demaniale nei pressi dell’impianto di sollevamento al Pilone

Poi gli scarichi in mare, e l’intervento del Parco della Dune e una nuova interrogazione in Regione Puglia del MoVimento 5 Stelle

Oggi ho risposto alla nota del Ministero dell’Ambiente del 7 Marzo di seguito riporto il testo con le mie osservazioni, alle quali spero che seguiranno le dovute risposte, e che la situazione cambi definitivamente al Pilone, prima che possano sopraggiungere ulteriori e gravi problemi.

Oggetto: rif. Vs nota Prot4586/GAB/6/03/2018 – estensione del sistema idrico integrato agli agglomerati costieri località Pilone

Si fa riferimento alla nota prot. 4586 del 6 marzo u.s. con la quale Codesto Ufficio di Gabinetto ha trasmesso alla XIII Commissione permanente del Senato la relazione conclusiva dei lavori del Tavolo di Coordinamento relativo alla problematica dell’impianto di sollevamento in riscontro alla risoluzione Doc. XXIV n. 77, approvata unanimemente dalla Commissione lo scorso 25 maggio 2017 a conclusione dell’esame dell’affare assegnato n. 918.

Dai lavori del Tavolo di coordinamento conclusi lo scorso 14 febbraio 2018 in sintesi emerge che il Comune di Ostuni ha proposto un terzo sito alternativo, distante dalla spiaggia; che il Consorzio ha continuato a dichiarare la contrarietà all’ubicazione della vasca a ridosso della spiaggia; che l’AQP ha presentato un’ulteriore variante migliorativa, terza versione ma sempre sulla spiaggia.
Si precisa che al Tavolo tecnico questa terza versione viene suggerita dalla Regione nella nota n. prot. 9818 del 18.12.2017 affinché l’opera possa avere le caratteristiche che la escludano dalla procedura di autorizzazione paesaggistica dopo che, allo stesso Tavolo, è emerso che la seconda versione del progetto AQP che si andava realizzando da settembre 2017 (nota AQP di ripresa dei lavori n. prot. 105646 del 15.09.2017) in assoluta assenza di specifica autorizzazione paesaggistica (la stessa Regione ha dichiarato di aver visto il predetto progetto solamente nel dicembre 2017).
Con la nuova terza variante in particolare sarà ridotta di 30 cm la quota altimetrica della copertura dell’impianto nonchè l’intercapedine di aerazione e sarà interrato il pozzetto contenente il filtro. Sussistendo questi parametri secondo la Regione la variante non avrebbe necessità di una specifica autorizzazione paesaggistica.

Al riguardo, la scrivente, in qualità di relatrice dell’Affare Assegnato n. 918, intende sottoporre alla vostra attenzione alcune problematiche che sarebbero rimaste irrisolte.

Il principale problema connesso alla realizzazione della vasca di liquami è sempre stato connesso all’ubicazione.

1) Come si evince anche dalla citata risoluzione n. 77/2017 l’ubicazione dell’impianto di sollevamento era in violazione degli articoli delle norme tecniche di attuazione (NTA) del Piano urbanistico territoriale tematico (PUTT). L’Ufficio paesaggistico regionale, in sede di Conferenza dei servizi del 18 maggio 2012, evidenziava la necessità di dimostrare la sussistenza dei presupposti giuridici circa l’ammissibilità di deroga con particolare riferimento alla dimostrazione dell’inesistenza di alternative localizzative per l’impianto in virtù del fatto che il Consorzio «Villaggio turistico Torre San Leonardo» (TSL) ne aveva prospettato una diversa posizione.
Per la stessa opera esisteva già dal 2005 un progetto esecutivo del Comune di Ostuni che prevedeva l’opera in area ben distante dalla spiaggia; il Consorzio TLS forniva a proprie spese a tutti gli Enti coinvolti un progetto esecutivo ubicato in altro sito; il Comune di Ostuni al Tavolo del Ministero ne ha infine proposto un ulteriore, a dimostrazione che la deroga è stata rilasciata, pur in presenza di siti alternativi, sulle sole dichiarazioni di AQP.

2) Nonostante risulti nella relazione generale del progetto dell’AQP del 2011 che «il presente progetto debba essere sottoposto a valutazione di incidenza ambientale (VINCA)»,la Provincia di Brindisi nell’autorizzazione n. prot. 48667 del 10.06.2011 ha considerato sufficiente la valutazione VINCA di I livello non sottoponendo il progetto alla valutazione di II livello (fase di valutazione appropriata che prevede l’obbligo di comparazione tra siti alternativi) perché “l’intervento in questione […] non interessa in maniera diretta e non determina effetti significativi sul sito SICIT9140002 denominato Litorale Brindisino”. Questa dichiarazione è palesemente in contrasto con l’autorizzazione che la Provincia ha rilasciato il 21.02.2018 per riversare in mare le acque di agottamento dello scavo, ingerendo concretamente nel Sito Natura 2000, senza tuttavia sottoporre il progetto alla fase II della VINCA e, addirittura, senza nemmeno il nulla osta del Parco Regionale delle Dune Costiere.

3) Infine dalle tavole del progetto dell’AQP emergerebbe che il progetto sia stato redatto sulla base del Piano urbanistico generale (PUG) del comune di Ostuni dal quale risulterebbe che l’area su cui si intende realizzare la vasca sia destinata a «parcheggio a basso impatto ambientale e paesaggistico». Tale tesi in realtà sarebbe in aperto contrasto con quanto riferito dal sindaco di Ostuni che, nel corso dell’audizione del 7 marzo, ha confermato che lo stesso comune non è dotato di PUG ma di un vecchio Piano regolatore generale (PRG).

Alla luce di quanto sopra e in considerazione del fatto che anche il Comune aveva individuato un terzo sito alternativo non si comprende come mai non sia stata valutata una puntuale comparazione dei tre siti, compreso il progetto redatto dal Consorzio.
Come si rileva dalla relazione del Ministero negli ultimi incontri del tavolo tecnico non è stato tenuto in considerazione il progetto esecutivo alternativo Etacons (Stasi) già da anni agli atti di tutti gli enti né comparato con gli altri due progetti.
Altro aspetto problematico ad avviso della scrivente è da rintracciare nel Provvedimento di autorizzazione n. 11 rilasciato dalla Provincia di Brindisi lo scorso 21 febbraio 2018 nei confronti della OP.A. INFRA srl affidataria per conto di AQP dei lavori. La suddetta società nell’effettuare le attività di scavo ha rinvenuto una falda acquifera.
Al fine di poter continuare con le operazioni di scavo, in assenza di acqua la società ha richiesto di agottare l’acqua sorgiva in mare. La Provincia ha quindi rilasciato autorizzazione all’esercizio provvisorio di scarico nel Mare Adriatico, senza che le acque delle falda, prima di finire in Mare, siano state preventivamente analizzate. Eppure, nelle prescrizioni dell’autorizzazione già citata del 10.06.2011, riportava che “per lo smaltimento delle terre e rocce da scavo prodotte in fase di cantiere sia depositato apposito progetto”.
A ciò si aggiunga, infine, che nella giornata di venerdì 9 marzo i militari del Nucleo Operativo Polizia Ambientale (N.O.P.A) della Guardia Costiera di Brindisi, hanno eseguito un sequestro di materiale cementizio per occupazione abusiva di suolo demaniale in località Torre San Leonardo – Pilone del Comune di Ostuni. Come emergerebbe da notizie stampa dai controlli effettuati, veniva accertata l’occupazione di un Area Demaniale Marittima di dimensioni di mq. 55, sulla quale venivano depositate senza titolo autorizzativo grossi blocchi cementizi. L’area oggetto del sequestro, fa parte del territorio identificato quale Sito di Interesse Comunitario “NATURA 2000” nello specifico definito LITORALE BRINDISINO SIC n. IT9140002 ai sensi della direttive Direttiva  92/43 CEE, Direttiva 79/409 CEE e soggetta a propedeutica valutazione di incidenza ambientale(VINCA), nonché all’interno del Parco Naturale Regionale denominato “Dune Costiere da Torre canne a Torre San Leonardo” istituito con legge Regionale 31/2006.

Inoltre la movimentazione del materiale cementizio, veniva effettuata con l’ausilio di mezzi cingolati in metallo, dei quali è vietato l’utilizzo sulle aree demaniali marittime ai sensi dell’Ordinanza Balneare della Regione Puglia del 12.05.2017 all’articolo 3 comma 1 lettera “h”.

L’amministratore dell’impresa che stava eseguendo i lavori di completamento del sistema fognario che si collega alla vasca di raccolta di liquami del villaggio Pilone, veniva deferito all’Autorità Giudiziaria.

Se il sequestro venisse confermato si tratterebbe dell’ennesima riprova dell’inadeguatezza del luogo prescelto da AQP, che di fatto ha progettato la vasca in un fazzoletto di terreno interamente circondato da parchi per cui, già solo per la fase di scavo, sono state avviate azioni che interessano in maniera diretta le aree protette.

Si prega di fornire ciascuno per le rispettive competenze, chiarimenti o elementi utili con riferimento alle problematiche esposte.

Cordiali saluti,

Vilma Moronese

2 Comments

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