Evento “Biodigestore, quello che non si dice”, il mio intervento [VIDEO]

Su invito del Meetup di Caserta sono intervenuta durante l’evento dedicato ad affrontare le questioni dell’impianto per il trattamento dei rifiuti che il Comune di Caserta vorrebbe realizzare, di seguito riporto il video del mio intervento e quello integrale dell’evento.

Buonasera a tutti, vorrei innanzitutto rivolgere un ringraziamento agli organizzatori di questo evento e un grazie per avermi invitato. Ritengo infatti che continuare a confrontarsi su un tema cosi delicato come la realizzazione di questo biodigestore sia fondamentale per poter acquisire sempre più informazioni e conoscenza dei dati e dei fatti.

Ecco perchè vorrei iniziare subito parlandovi di alcuni aspetti che rappresentano la base di partenza minima per fare assieme un ragionamento e per poi poter parlare delle questioni specifiche relative al biodigestore.

Dunque parliamo di rifiuti urbani, ed è noto a tutti che la Regione Campania è ancora sotto procedura di infrazione europea dal 2015, precisamente la n. 2007_2195 in quanto non ha saputo organizzare correttamente tutto il ciclo dei rifiuti e questo ha comportato innanzitutto il pagamento da parte dell’Italia di una multa forfettaria di 20 milioni di euro.

La sentenza della Corte Europea ha inoltre stabilito che l’Italia per ogni giorno che la Regione Campania non si sarebbe messa in regola con la gestione dei rifiuti avrebbe pagato 120.000€ al giorno. Calcolando ad oggi 7 maggio i giorni trascorsi dalla sentenza sono circa 2117 che moltiplicati per 120.000€ significa che l’Italia ha pagato all’Europa ad oggi per la sanzione sui rifiuti in Campania circa 254.040.000 milioni di euro.

Torniamo un attimo sul locale, e diamo ancora qualche informazione, ovvero i dati della raccolta differenziata. La città di Caserta, come tutte le altre città d’Italia, avrebbe dovuto raggiungere al 2012, per legge, la percentuale minima del 65%. Purtroppo ad oggi la percentuale di RD si aggira intorno al 50% per cui diciamo che da almeno 9 anni Caserta è fuorilegge e come la Regione Campania non è stata in grado di realizzare un piano di gestione rifiuti adeguato e questo ci fa comprendere che invece è un obbligo riorganizzarla e attentamente pianificarla.

Per rispondere all’infrazione europea la Regione Campania il 12/05/2016 emana un avviso pubblico, dove invita i Comuni ad aderire alla realizzazione di impianti di compostaggio sia aerobici che anaerobici. Qui ci sarebbero una serie di considerazioni da fare e cioè: innanzitutto sarebbe stato opportuno una reale conoscenza dell’impiantistica già presente, quali i territori sprovvisti e prevedere piccoli impianti aerobici laddove servono, questo per evitare la costruzione di mega impianti con relativi problemi ambientali e di gestione annessi. Ma andiamo avanti.

Il Comune di Caserta aderisce all’avviso e indica il sito dove far sorgere il cosiddetto biodigestore, nell’ex mattatoio in località Lo Uttaro, zona notoriamente inquinata e da bonificare.

Così il 19 ottobre 2016 invio la mia prima interrogazione sulla questione biodigestore al Ministero dell’Ambiente, a cui chiedo di intervenire perchè questo biodigestore oltre ad essere dannoso per l’ambiente e la salute, ed oltre a volerlo far nascere vicino al costruendo Policlinico, lo volevano realizzare su un sito non ancora bonificato, ed è la legge già di per se a prevedere che questo non possa accadere.

Dopo alcuni mesi anche il consigliere Regionale Viglione interrogava la Regione Campania, la quale rispondeva dandoci ragione. Il Biodigestore nell’area ex Mattatoio a Lo Uttaro non si poteva fare, perchè trattasi di area inquinata e non bonificata, questa in sintesi fu la risposta della Regione Campania.

Successivamente il Comune di Caserta, non contento di aver già clamorosamente indicato una localizzazione assolutamente non idonea per legge, decide di cambiare posizione, e di voler far sorgere questo impianto, dannoso ripeto e di certo non risolutivo del problema, in un altro luogo ovvero a Gradilli, al confine tra l’altro anche con altri comuni. Nel frattempo la Regione Campania aveva già dato il suo ok al progetto del Comune finanziandolo con fondi europei per 26 milioni circa, e gli anticipava il 10% dunque una somma pari a circa 2.6 milioni di euro.

Così il Comune incaricava previo compenso di circa 40.000 euro la società Athena srl guidata dall’ex assessore provinciale Maria Laura Mastellone di redigere uno studio di fattibilità del biodigestore.

A quel punto decido di fare una nuova interrogazione, esattamente in data 2 agosto 2017, in considerazione dei vincoli paesaggistici e naturalistici esistenti su Gradilli, che rendevano impossibile l’allocazione in quel posto del biodigestore così caro al Sindaco e chissà perchè.

Contemporaneamente proponevo di utilizzare la legge n°221 del 2015 con particolare riferimento al compostaggio di quartiere e di prossimità al fine di non realizzare appunto impianti impattanti in città.

Successivamente decido di interfacciarmi con il Ministero dell’Ambiente per evidenziare le tante criticità ambientali che presentava questo progetto, così in seguito a un incontro a Roma, concordando con i problemi da me evidenziati, ed in considerazione che i fondi europei erano stati concessi dalla Regione Campania decido, a seguito anche delle risposte del Ministero, di attenzionare il problema diversamente.

Nel frattempo il Comune di Caserta cambiava per la terza volta località e decideva di realizzarlo in zona Garzano – località Mastellone in una cava dismessa. Ma anche qui figuravano diversi vincoli oltre ad essere una zona a rischio frane e quindi sarebbe stato estremamente pericoloso la realizzazione dell’impianto.


A questo punto capite bene che la vicenda del biodigestore appariva alquanto anomala. Il cambiare continuamente la location di questo impianto (Lo Uttaro – Gradilli – Garzano) dava guarda caso l’occasione di affidare incarichi per studi di fattibilità e progetti
lautamente pagati dal Comune di Caserta che li affidava a professionisti, sempre gli stessi, motivo per cui decidevo di depositare una terza interrogazione.

Con questa interrogazione chiedevo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, da cui dipendono i fondi europei, se ravvisassero gli estremi per una mala gestio dei fondi comunitari e se fosse il caso di revocarli in modo definitivo.

E con questa terza interrogazione siamo arrivati ad Aprile 2020.

Dopo la mia ultima interrogazione ci si accorge, guarda caso, che i fondi europei avevano una scadenza per essere utilizzati e che ormai si era prossimi, motivo per il quale anche la Regione Campania sollecita il Comune e gli chiede di decidere, pena la revoca dei fondi.

Così arriviamo a Giugno 2020 quando il Comune di Caserta per non perdere i fondi europei, il cui anticipo del 10% ricevuto pari a 2,6 mln di euro era già stato comunque speso in buona parte in consulenze varie, approva in fretta e furia una delibera di giunta. Con questa delibera si approva in via definitiva il progetto per il biodigestore che per il Comune di Caserta va fatto a 500 metri dalla Reggia di Caserta, in zona ASI Ponteselice. Ennesima scelta sbagliata e contro legge, in quanto anche qui vi sono diversi vincoli ben noti a tutti e che và in contraddizione fra l’altro con quanto richiedeva la Regione Campania nel bando, come l’assenza di case sparse ad esempio o il fatto che questa ultima area prescelta è un terreno dell’EX Firema e nelle cui strette vicinanze sono presenti diverse attività commerciali, campi sportivi e così via.

Particolare di rilievo è che con quella delibera il Comune ha fatto lievitare i costi del progetto aumentandoli di 20 milioni di euro, per un totale di circa 46,5 milioni di euro.

A questo si aggiunga poi un fatto gravissimo a mio avviso e cioè che per un tema così rilevante l’amministrazione comunale di Caserta non ha mai e dico mai coinvolto la cittadinanza e le associazioni, cosa peraltro prevista dalla legge.

Per tutte queste decisioni prese quindi in violazione di leggi e bando e per tutta l’opacità che ha avvolto la gestione di questa faccenda, ho ritenuto opportuno e doveroso, sulla base della documentazione e delle informazioni in mio possesso, depositare un esposto alla Procura della Repubblica il 10 Luglio 2020

E nell’unire i vari tasselli emerge un’altra questione che ho ritenuto opportuno evidenziare nell’esposto e cioè che guarda caso gli stessi soggetti coinvolti per la costruzione del biodigestore a Caserta sono gli stessi che figuravano nella costruzione di un biodigestore a Santa Maria Capua Vetere, opera per la quale la Regione Campania nominò un commissario per 2 anni. Il biodigestore aveva anche in quel caso le stesse dimensioni di questo oggetto della nostra discussione di oggi, ovvero 40.000 tonnellate anno, biodigestore che non è mai stato realizzato. Di certo è alquanto singolare che le consulenze finiscano sempre alle stesse persone, che le opere alla fine non si realizzano ma che nel frattempo si sperperano soldi pubblici e ai cittadini resta il problema della gestione rifiuti non risolta e all’Italia resta la multa salata europea sempre da pagare.

Non credo di dover aggiungere altro perchè se c’è qualcosa di illecito in questa vicenda sarà la magistratura a doverlo decidere, quello che posso affermare per il ruolo istituzionale che ricopro è che ho utilizzato tutti i mezzi a mia disposizione per denunciare quello che ho appreso e che per me è anomalo e grave, come del resto ho sempre fatto e continuerò a fare.

Di seguito il video completo dell’evento che si è svolto on-line il 7 maggio 2021

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